Tipi di resina


Il punto comune tra tutte le resine o altri “agenti leganti”, per la fabbricazione di orgoniti è la presenza di lunghe catene di carbonio: i polimeri. Tutti i seguenti materiali sono adatti per la fabbricazione di orgoniti.

Resine sintetiche

  • Resina poliestere: denominata “vetroresina” in diversi paesi, questa resina è prodotta mediante la reazione di acidi organici con alcoli. La resina è composta di poliestere insaturo e spesso di stireni che diminuiscono la viscosità della resina. Alla base la resina è liquida/viscosa; occorre aggiungere un catalizzatore / prodotto indurente al fine di generare la reazione esotermica (emanazione di calore) che formerà radicali liberi sui legami insaturi e consentirà alla resina di indurire e diventare una plastica solida. A temperatura ambiente occorre generalmente circa l’1% di prodotto indurente e la temperatura ottimale di utilizzo delle resine si aggira attorno ai 20°C.
  • Resina epossidica: nota anche come “fiberglass” in diversi paesi, questa resina si compone di polimeri o monomeri (o polimeri brevi) con un epossido a una o ad entrambe le estremità che deve anch’esso essere miscelato con un catalizzatore per produrre la reazione che permetterà alla resina di indurire. Per via della loro struttura chimica, i polimeri sono molto interconnessi, cosicché l’epossido indurito è più resistente agli urti che non la resina poliestere. Anche questa resina è liquida alla base e richiede un catalizzatore per solidificarsi. La quantità di prodotto indurente necessario dipende dalla resina epossidica e dalla temperatura ambiente, in genere tra il 20% e il 50% di catalizzatore.

Resine naturali

Queste resine, a differenza delle resine sintetiche, non richiedono un catalizzatore, il che rende anche impossibile indurirle completamente. Per fabbricare orgoniti con queste resine basta scaldarle per renderle più liquide, quindi mescolarvi i trucioli metallici, e infine lasciare raffreddare il composto. A temperatura troppo elevata possono ancora fondere; se si utilizzano queste resine, è quindi preferibile conservare gli orgoniti in recipienti chiusi al fine di evitarne lo scioglimento se sono, ad esempio, esposti al sole.

Ci sono diversi tipi di resine naturali:

  • resina di pino
  • resina di dammar
  • resina di acacia
  • ambra
  • resina di abete
  • ecc.

Queste resine possono essere prodotte da molti tipi di alberi e piante.

Altri prodotti

Per fabbricare orgoniti si può anche usare quale “agente legante” il caramello. Occorre un po’ di pratica riuscire a far bollire lo zucchero e mantenerlo allo stato di caramello senza che bruci mentre vi si mischiano i trucioli metallici e le pietre. Com’è il caso per le resine naturali, l’unico inconveniente ben noto di questo metodo è che anche gli orgoniti così prodotti possono sciogliere se esposti alla luce diretta del sole oppure a temperature elevate, per cui è preferibile conservarli in vasi.

Su Internet si trovano discussioni riguardanti altri “agenti leganti” che si potrebbero usare per fabbricare orgoniti, ma non posso garantirne l’efficacia per ottenere orgoniti funzionali. Si tratta principalmente di cere, quali la cera d’api. Le cere si compongono anch’esse di lunghe catene di carbonio, ma feedback negativi sembrano indicare che tale metodo non funziona, il che si deve forse al fatto che le cere sono grasse, mentre le resine sono appiccicose. Su Internet si parla molto altresì di “plasterite”. Grossomodo, alla resina si sostituisce il gesso; taluni sostengono che funziona, ma non posso fornire nessuna garanzia. In linea di massima non dovrebbe funzionare, perché il gesso è solfato di calcio, non contiene polimeri di carbonio. Dato che tutti gli orgoniti ben riusciti contengono agenti leganti basati su lunghe catene di carbonio (polimeri) sembra impossibile che la plasterite costituisca un’opzione valida.